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HO VISSUTO IN 9 PAESI NEL MONDO E DAL 1991 RISIEDO IN BRASILE, MIO PAESE D’ELEZIONE. IL BRASILE É PER VIVERE MEGLIO E PIÙ FELICI ED INCONTRARE REALI PRIORITA'. È PER SMETTERE DI LAVORARE PENSANDO COSTANTEMENTE A QUEI 20 GIORNI DI VACANZA ALL’ANNO INVECE DI VIVERE E LAVORARE IN UN LUOGO CHE CI SODDISFA TANTO DA NON AVER BISOGNO D’ANDARE IN VACANZA. IN ITALIA LE PERSONE VIVONO MALE E NON SONO FELICI, ALL’OPPOSTO I BRASILIANI SONO RISULTATI IN ASSOLUTO LA POPOLAZIONE CON PIÙ SODDISFAZIONE/FELICITÂ/SPERANZA NEL FUTURO. RACCONTO ESPERIENZE E COSA SUCCEDE DA QUESTE PARTI. MAGARI DECIDETE DI VENIRCI A VIVERE PURE VOI.

lunedì 23 aprile 2012

TURISTI DANNOSI: L'INFLUENZA DEI TURISTI

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Non amo gli effetti che quasi sempre l’arrivo di turisti (specialmente se in gran numero) in nuove località comporta, non amo le trasformazioni che, anche se involontariamente, mette in moto nelle popolazioni locali, nella loro personalità, abitudini, cultura e modalità di relazioni umane.
Spesso accade che il fenomeno del turismo in Brasile come altrove corrompa gli abitanti locali, le relazioni sociali e l'etica dei rapporti, specialmente se interviene improvvisamente in una zona sino allora depressa economicamente e non sorretta da una radicata tradizione e cultura che potrebbe svolgere la funzione di “scudo protettivo” verso la tendenza a mungere lo straniero, ad approfittarsi degli altri. I luoghi di vacanza in Brasile diventavano per me che ci vivevo luoghi possibilmente da evitare durante il periodo dell'invasione in massa dei turisti vacanzieri.

Frequentemente l’abitante del luogo che fino a poco prima campava con la fatica e l’esperienza datagli da secoli di storia e di tradizioni, con l'arrivo massiccio del turismo vede la possibilità d’altre forme di guadagno più facili ed apparentemente a suo totale vantaggio, poi gradualmente ne fa la sua principale fonte di rendita ed in seguito incomincia a vedere “l'altro” come un pollo da spennare, lo vede non più come una persona ma come una slot machine ubriaca e particolarmente stupida. ( Ma alla fin fine di sicuro non sono certo loro che si accaparrano la più grossa fetta di ricchezza che il fenomeno turistico porta con se, ricevono le briciole, e per queste vendono l’anima).

Nella popolazione locale a lungo andare il sorriso a trentadue denti stampato perennemente sulla faccia ed una melensa offerta di servigi nascondono la falsità più spudorata, non c'è più onore, onestà, orgoglio personale, senso del valore della parola data.
Sulle spiagge brasiliane diventa giusto e doveroso strappare più soldi possibile allo straniero in vacanza, le relazioni con lui sono finalizzate a questo. Il guadagno a tutti i costi e modi viene giustificato da una nuova etica che cambia i valori del gruppo sociale.
Ai bambini dopo i denti da latte spuntano già canini ben aguzzi, le dita apprendono subito a ghermire l’altrui e gli occhi si fanno acquosi come quelli dei protozoi.
Neanche parlarne poi delle conseguenze del turismo sul territorio, natura, edilizia, ecologia, paesaggio etc., mi voglio qui soffermare solo sugli aspetti sociali, relazionali, interpersonali, culturali, sulla capacità di corrompere i sorrisi ed il contatto con gli altri.
Uno degli esempi più accentuati di questo fenomeno l’ho riscontrato nella cittadina di Porto Seguro nella costa sud dello Stato della Bahia, una delle più famose spiagge brasiliane, in Brasile l'equivalente di Riccione (ma certo non è prerogativa dei luoghi “esotici”, osservate e analizzate il comportamento della gente del luogo durante i mesi estivi nelle relazioni con chi arriva da fuori nelle varie località italiane di spiccata vocazione turistica: riviera ligure, Venezia, Firenze, Capri, etc.). Ve ne parlerò nel post “Porto Seguro, Bahia

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